ANNA e MARIO DEL BIANCO |
Mario Del Bianco HP -Montecassiano - Italia
Poesia composta da S.TERESA di GESÙ BAMBINO il 12 giugno 1896 per suor Maria del Sacro Cuore, su sua richiesta, per la sua festa.
Presto, volare, vedere, amare: è il desiderio appassionato di Teresa nel giugno 1896, e ciò che esige il suo amore, ciò che lei "vuole".
Un mese prima, alla Venerabile madre Anna di Gesù che la visitava in sogno, Teresa ha posto la questione bruciante: "Vi supplico, ditemi se il buon Dio mi lascerà a lungo sulla terra... Verrà egli presto a cercarmi?... ". Sorridendo con tenerezza, la santa mormorò: "Sì, preso, presto... Te lo prometto" (Ms B, 2r).
"Raggio di grazia nel cuore della più nera tempesta", sogno che trova un'eco nel presente canto. Poesia piena d'ardore, movimento, tesa verso l'aldilà, con una sottostante angoscia o malinconia. Il "presto, presto" che Teresa si ripete ogni giorno attizza la voglia di squarciare i veli. "Presto" non chiederà più come il salmista le ali della colomba per volare e riposarsi (str. 2), ma "le stesse ali dell'Aquila divina" (Ms B, 5v). Presto vedrà! Da lungo tempo, da sempre, lei "sogna le gioie dell'altra vita", e qui le enunzia a Maria del Sacro Cuore quasi negli stessi termini con i quali questa glieli dipingeva alla vigilia della professione, nel settembre 1890:
"Ci sono due nozze per le spose di Gesù, le nozze mistiche dell'esilio e quelle della Patria. E le gioie tutte sono riservate per la Patria... Sulla terra Gesù non ne è troppo prodigo, farebbero torto ai beni celesti, e Lui che non sogna che di donare ce ne priva per arricchirci. Ah! Se la sua piccola fidanzata vedesse il suo sorriso, se udisse soltanto il suono della sua voce! Essa non vivrebbe più, ne morirebbe d'amore... Ecco perché Egli si nasconde, ecco perché tace. Ma si nasconde per un po' di tempo; tace per un'ora appena! Dopo il sogno di questa vita Egli parlerà incessantemente alla sua piccola sposa, la riempirà di carezze e il suo Cielo sarà l'eterno sorriso del suo Sposo!".
Il "sorriso", il "Cuore", il "Volto" del Diletto (str. 3), è un amore allo stesso tempo umano e soprannaturale.
Un amore che è sorgente di martirio, e senza dubbio bisogna dare tutta la sua forza a questa parola zampillata spontaneamente (str 4). Come una fidanzata impaziente, Teresa soffre il martirio per questo amore di Gesù che non può ancora sbocciare in sua presenza. Per questo sospira più ardentemente verso quel cielo dove potrà "amare senza misura e senza legge" (che forza d'espressione!). Senza temer più l'usura del tempo perché l'eternità è genesi che zampilla per sempre. Istante di un'esaltante novità, felicità ineffabile di questa Prima volta che Teresa adorna amorosamente d'una maiuscola.
E possibile che, tuffata nella prova della fede, Teresa non abbia sperimentato alcuna gioia (Ms C, 7v) a cantare una tale speranza?
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