ANNA e MARIO DEL BIANCO |
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Rit.: Grandi cose ha fatto…
Rit.: Grandi cose ha fatto…
Rit.: Grandi cose ha fatto… |
La prima parte del salmo
riflette l'esultanza degli Israeliti per il loro ritorno in patria dalla
schiavitù di Babilonia; come trasognati, quasi non riuscivano a credere fosse
giunto il momento tanto sospirato. Anche i pagani erano pieni di meraviglia per
ciò che Dio aveva fatto per il suo popolo (1-5). Difficoltà enormi e
delusioni attendevano però i reduci. La supplica, che segue nella seconda parte
del salmo, riflette questa dura situazione. Voglia Iddio portare a
compimento la sua opera e come i torrenti, prima asciutti, si riversano
scroscianti nel deserto del Negheb (a sud della Palestina) dopo le piogge, così
possano ritornare in patria tutti i prigionieri, e coloro che, con grande
fatica e sofferenze, lavorano per la ricostruzione e seminano nelle lacrime,
possano raccogliere con giubilo abbondanti frutti del loro duro lavoro (4-6). Si può certamente vedere in
questa completa restaurazione d'Israele un riferimento ai tempi messianici, ai
quali tutta la storia d'Israele aspirava come al suo pieno compimento. Con
l'Avvento di Cristo, è giunto anche il tempo di raccogliere i primi frutti di
una semina protrattasi per secoli nell'Antico Testamento. Il Signore dice ai suoi discepoli: « Levate i vostri
occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. E chi miete
riceve salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché ne goda insieme
chi semina e chi miete. Qui infatti si realizza il detto: uno semina e uno
miete. Io vi ho mandati a mietere ciò che voi non avete lavorato; altri hanno
lavorato e voi siete subentrati nel loro lavoro » (Giov 4,35-38). Dal giorno della Pentecoste, il lavoro della semina
si alterna a quello della mietitura. Seminano gli Apostoli (cf 1
Cor 9,11) (d); seminano i martiri: il loro sangue è seme di cristiani;
seminano i predicatori del Vangelo e i missionari e raccolgono, nello stesso
tempo, i frutti delle semine fatte in precedenza. La speranza, la pazienza e la
collaborazione nella carità sono le virtù che presiedono a questo lavoro,
perché gioiscano insieme il seminatore e il mietitore, mentre si va riempiendo
il granaio della Chiesa. In realtà, chi semina e chi miete, associando al
suo lavoro gli uomini della Chiesa, è sempre il Cristo. Nelle lacrime della
sua passione egli semina, e nella gioia della risurrezione raccoglie i frutti.
Coloro che vivono nella Chiesa o che sono raccolti nel granaio dell'eternità
sono i frutti delle sue lacrime. Verrà il giorno in cui il Signore ricondurrà per
sempre i prigionieri alla loro patria (1-4), allora Egli « tergerà ogni lacrima dai loro
occhi (Apoc 21,4), e coloro che avevano seminato in lacrime mieteranno
una felicità perpetua e venendo con giubilo porteranno i loro covoni (5-6). |
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