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ANNA e MARIO DEL BIANCO

 

Anna e Mario Del Bianco
CANTO DEI SALMI

Grandi cose Ave Maria Proteggimi, o Dio Il Signore è mia luce Grande è il Signore Sollevate porte
O Dio, tu sei qui Mostraci, Signore O Signore, nostro Dio Beato l'uomo O Regina, voglio lodarti Cantate a Lui
Sui fiumi di Babilonia
(Sal 136)
Ad. Testo e Musica di
Mario Del Bianco
Rit.: Sui fiumi di Babilonia,  là sedevamo piangendo,
        al ricordo di Sion, al ricordo di Sion.
 
Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre.
Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, canzoni di gioia, i nostri oppressori:
“Cantateci i canti di Sion!”.
 

Rit.: Sui fiumi di Babilonia,…

 

Come cantare i canti del Signore in terra straniera?
Se ti dimentico Gerusalemme, si paralizzi la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato,
se lascio cadere il tuo ricordo.
 

Rit.: Sui fiumi di Babilonia,…

 Sui fiumi di Babilonia

Il salmo è un capolavoro della lirica di tutti i tempi: espressione profonda e forte del dolore umano, pianto accorato di chi ha perso ciò che gli stava

più a cuore, indignazione violenta contro coloro che furono la causa

di tanta sofferenza.

Vi è in esso il dramma di tutto un popolo sradicato dalla sua

terra, strappato ai suoi affetti più cari, avvilito e disperso e al quale

si vuoi togliere anche ciò che più gelosamente conserva: i sentimenti

intimi del suo animo. Il salmo esprime la reazione di Israele di

fronte a questa grande prova che aveva dovuto subire a causa dei

suoi peccati.

Babilonia è il simbolo della città terrena, sorta e cresciuta in

opposizione a Dio e a tutto ciò che viene da lui, è il risultato di

tutti gli egoismi e delle cupidigie umane; essa « è diventata covo di

ogni spirito immondo ... Perché tutte le nazioni hanno bevuto del

vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono pro-

stituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo

lusso sfrenato » (Apoc 18,2-3).

Il Cristo ha rivelato all'uomo la sua miseria e la sua infelicità,

ma non lo ha abbandonato alla disperazione che tale rivelazione

poteva provocare; egli ha pure rivelato all'uomo la paternità di Dio

e la sua appartenenza e destinazione ad una patria celeste.

Ed ecco la Chiesa, formata da coloro che credono alla parola

del Cristo, seduta lungo i fiumi di Babilonia, che sono questo ingan-

nevole mondo che passa. In questa grandiosa e drammatica visione della storia umana, contesa tra la Babilonia del male e la celeste Gerusalemme, l'antica tradizione cristiana ha meditato questo salmo di esuli

e di deportati. In ognuno di noi affondano le loro radici Babilonia e Gerusalemme: la carne con le sue passioni e Io Spirito che Cristo ci ha donato.

Man mano che sapremo liberarci dalla schiavitù dei nostri malsani

desideri e di tutto ciò che genera il peccato, e il nostro cuore si

aprirà alla contemplazione e all'amore delle cose celesti, le cetre

spirituali delle nostre anime, prima avvilite e mute, potranno risuo-

nare di canti celesti di gioia e di lode al Signore.

 

 
SUI FIUMI DI BABILOMIA
(Sal. 136)
 
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