ANNA e MARIO DEL BIANCO |
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II salmista, di fronte al
dilagare dell'idolatria, dichiara che in Dio è tutto il suo bene e che il suo
affetto è rivolto a coloro che amano il Signore. Egli non si schiererà mai
dalla parte di coloro che seguono altre divinità (1-4); il Signore è la sua
parte di eredità oltremodo gradita; egli tiene nelle sue mani la sorte del
salmista. Il Signore, infatti, ha fatto sentire al salmista la sua vicinanza e
la sua protezione, e ciò costituisce per lui motivo d'intima gioia e una
garanzia che Dio non l'abbandonerà nel giorno della morte, ma lo farà partecipe
della sua eterna felicità (5-11). II senso messianico del salmo ci è rivelato dal Nuovo Testamento. Nel giorno della Pentecoste, s. Pietro, parlando agli Ebrei e a coloro che si trovavano a Gerusalemme, disse: « Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret — uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete —, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso. Ma Dio lo ha risuscitato, ... Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l'anima mia negli inferi, ne permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza. « Questo Gesù Dio l'ha
risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni » (Atti 2,22-52). A sua volta, s. Paolo riprese
il medesimo argomento in un suo discorso, nella sinagoga di Antiochia di
Pisidia, dicendo: « E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta
ai padri si è compiuta, poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando
Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo: Mio figlio sei tu, oggi ti ho
generato. E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più
a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato: Darò a voi le cose sante promesse a Davide,
quelle sicure. Per questo anche in un altro luogo dice: Non permetterai che il
tuo santo subisca la corruzione (10). «Ora Davide, dopo aver eseguito il volere
di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la
corruzione. Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subito la corruzione » (Atti
13,32-37). Non solo la seconda parte del salmo conviene al Cristo, ma anche la prima. Egli, avendo compiuto completamente e sempre la volontà del Padre, dice
a lui: « Senza di te non ho alcun bene » (2b). La volontà del Padre fu veramente per Gesù la sua porzione di eredità e
il suo calice
(5-6). Dall'istante dell'incarnazione fino alla morte in croce, la vita di
Cristo è dominata dalla sola preoccupazione di attendere alle cose del Padre
suo (cf Le 2,49). Egli affermò: « Tutto ciò che
il Padre mi da, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché
sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che
mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non
perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.
Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede
in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno» (Giov
6,37-40). Dopo aver scelto come sua
parte di beni il compimento della volontà del Padre, morendo per la salvezza di
tutti, il Cristo ha ricevuto in eredità il regno formato da coloro a cui egli
procurò la redenzione e la vita. Una tradizione cristiana ha
sentito nel salmo 15 la voce della Chiesa intrecciarsi con quella di Cristo. In realtà, dove è il capo,
ivi è pure il corpo per il quale egli ha compiuto la volontà del Padre ed è
risuscitato da morte. Cristo ha insegnato agli uomini a dire al Padre: « Sei tu
il mio Signore, senza di te non ho alcun bene ». Se siamo diventati l'eredità
di Cristo, «
lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio. E se siamo
figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se veramente
partecipiamo alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria » (Rom
8,16-17). Stando così le cose, lo Spirito
Santo ci ammonisce, per mezzo di s. Paolo, con parole in cui
riecheggiano alcune espressioni del salmo: « O miei cari, fuggite l'idolatria.
... il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con
il sangue di
Cristo? ... » (1 Cor 10,14.16). La Chiesa è il nuovo
Israele, parte ed eredità di Dio; a sua volta, essa ha scelto il Signore come
sua parte di eredità (5). Il Signore è il suo consigliere e sta alla sua
destra affinché non vacilli; Egli la conduce nella via della vita, per svelarle
il suo volto e colmarla di una gioia perfetta, secondo la promessa da lui
fatta agli Apostoli: « ...vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e
nessuno vi potrà togliere la vostra gioia » (Giov 16,22). Anche per il cristiano Dio è
l'unico e sommo bene (2), la sua parte di eredità; egli tiene in mano il destino di ogni
uomo (5). Ogni idolo che s'introduce
nella vita cristiana la impoverisce fino a distruggerla, perché toglie a Dio i
suoi diritti, e dissecca la fonte vitale dell'esistenza umana fatta a immagine
e somiglianza di Dio (4). Soltanto nel Signore
possiamo trovare la fonte della gioia, della pace e la promessa sicura di una
vita eterna, al di là della morte. |
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